27 nov 2015

UMBERTO NOBILE IN RUSSIA

I RITRATTI DI GIOVANNI DONDI




Nella prima metà del XX secolo, il nome del generale Umberto Nobile era noto in tutto il mondo: chi non conosce il famoso comandante del dirigibile "Norge" nella spedizione di Amundsen al Polo Nord nel 1926?
Due anni dopo, Nobile decise di ripetere l’impresa a bordo del dirigibile "Italia". Ma sulla via del ritorno, dopo aver sorvolato il Polo, il dirigibile si schiantò a nord delle isole Svalbard, lasciando sul pack 9 superstiti, 7 dei quali furono salvati con un’impresa epica del rompighiaccio russo Krassin.


Nobile era nato nel 1885 e ha lasciato questo mondo nel 1978, quando gli uomini avevano iniziato con successo la conquista dello spazio.
Ma la vita personale del generale ha anni di segreti e misteri.  Essi sono collegati con la Russia degli anni ’20 e ’30, quando si riteneva che i dirigibili sarebbero stati in grado di sostituire completamente gli aerei.

Il tragico epilogo della trasvolata polare aveva creato un clima di ostilità verso Nobile da parte del regime fascista e il comandante fu investito da critiche spietate per essere stato salvato per primo. Per oltre un anno a Nobile fu impedito di proseguire la sua attività di progettista ed ogni suo movimento veniva seguito da agenti in borghese.
In quel periodo Nobile venne convocato presso l’Ambasciata Sovietica a Roma, dove gli fu offerto il posto di capo progettista di dirigibili.  Ma il Ministero Italiano dell’Aeronautica si oppose fermamente e il progetto si arenò.
Nel 1930, l'Italia promosse un congresso internazionale di geologi, al quale Nobile fu invitato. In quell’occasione incontrò l’accademico russo Karpinsky, che già aveva conosciuto nel 1926, mentre si trovava a Leningrado. Questo incontro non fu casuale, ma preparato con cura dall'intelligence militare sovietico, che considerava i dirigibili innovazioni promettenti in termini militari.
Karpinsky ribadì l'invito ad andare a lavorare in Unione Sovietica, come privato cittadino, e Nobile acconsentì.
Il generale Nobile arrivò nel gennaio del 1932, e s’incontrò subito col capo del Progetto Dirigibili Sovietici.  Costui non ne sapeva nulla di dirigibili, ma era ligio alle linee del partito, che avevano previsto un fitto calendario per la produzione di ben 425 dirigibili in soli cinque anni ! Nobile raffreddò subito i suoi ardori: “Impossibile. Non avete soldi, né progettisti, né impianti”. “Le autorità ci daranno tutto: i piloti, gli hangar, le officine, l’ufficio progettazione e i finanziamenti necessari”
All’inizio mancava persino la carta, e i progetti venivano disegnati sul retro di vecchie mappe militari.  Venne identificato il luogo dove realizzare gli impianti, vicino a Mosca, e lì fu trasferito l’ufficio progettazione, cui furono assegnati 5 studenti della scuola tecnica.
Il piano sovietico venne ovviamente ridimensionato, ma prevedeva comunque un traguardo troppo ambizioso: 58 dirigibili in 5 anni. Nobile si oppose con forza, ma il Paese del proletariato vittorioso credeva che tutto fosse possibile.
Vennero assunti tre tecnici qualificati dall’Italia e sotto la loro guida, e con specialisti sovietici militari, fu costruito il primo dirigibile progettato da Nobile, col nome in codice B-5.
Nell’estate del 1934 Nobile completò la costruzione di un grande dirigibile, il C-7. Purtroppo nel corso di un temporale un fulmine colpì l’hangar e il dirigibile bruciò. I sovietici pensarono fosse opera di sabotatori nemici del popolo, ma non se ne trovarono.

Nobile progettò e costruì un altro dirigibile, il B-6. Questo aeromobile stabilì il record mondiale di durata del volo, restando in aria per più di 130 ore!  Il Generale si rallegrò, ma troppo presto.
Il dirigibile era stato preparato per effettuare voli da Mosca a Novosibirsk, ma le autorità sovietiche lo vollero utilizzare per il salvataggio di 4 esploratori polari rimasti su un lastrone di ghiaccio alla deriva. Nobile avrebbe dovuto comandarlo, ma all’ultimo momento non poté partire.
Nessuno sa cosa sia successo, ma in prossimità di Kandalaksha il dirigibile ha impattato un’altura ed è esploso, uccidendo tutti i tredici membri dell'equipaggio.

Fu la fine dell’interesse sovietico per i dirigibili. Nobile capì che la sua avventura in terra di Russia stava terminando, ma più tardi comunque commentò:  “Quelli in Russia sono stati tra gli anni più belli della mia vita”.

Il mondo si stava avviando verso la catastrofe della seconda Guerra mondiale, ma non c’era più posto per i dirigibili. I velivoli ad ala avrebbero per sempre soppiantato i più leggeri dell’aria.

1 commento:

  1. Non v'è dubbio che il generale Nobile abbia lasciato una traccia indelebile in terra russa dove il suo nome è ben noto a vecchi e giovani.Oltre alla visita del Krasin ormeggiato sulle rive delle Neva che consente di rivivere i dettagli della sua spedizione sfortunata al Polo, si trovano varie ricostruzioni dell'evento presso il Museo delle Esplorazioni dell'Artico e Antartico, sempre a San Pietroburgo.Nobile scrisse anche un libro sul suo soggiorno russo; si trova con pazienza sul mercato dell'usato o in qualche biblioteca.

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