8 lug 2016

VIAGGIO IN SLOVACCHIA E POLONIA


Premessa
Nei nostri viaggi a nord ci è capitato più volte di attraversare la Polonia, visitandone la capitale e le città più importanti.  Quest’anno abbiamo deciso di esplorarne i “margini”, per conoscere le foreste dell'Est e le spiagge sul Mar Baltico.  Alla Polonia abbiamo aggiunto un interessante attraversamento della Slovacchia, piccola nazione poco frequentata dal turismo italiano.
Abbiamo percorso 5.000 km in tre settimane, seguendo questo itinerario:

DIARIO DI VIAGGIO SLOVACCHIA E POLONIA – Giugno 2016
Sabato 11 Giugno Rozzano/prima di Bratislava km 840
Giornata di avvicinamento. Abbiamo seguito l’autostrada Milano-Venezia, poi Udine e il Tarvisio. Il tempo è stato pessimo, con violenti scrosci temporaleschi. La parte austriaca del percorso è stata particolarmente scorrevole, permettendoci di arrivare fin sotto Vienna.
Domenica 12 Giugno prima di Bratislava/Bratislava km 105
Sotto un cielo minaccioso di pioggia percorriamo gli ultimi km in terra austriaca, attraversando paesini agricoli ordinati e pulitissimi. Diverso l’impatto con la periferia di Bratislava, che si presenta con una selva di casermoni in stile sovietico. Si nota una scarsa manutenzione stradale, con marciapiedi dai cordoli divelti e graffiti che deturpano ogni fabbricato. Raggiungiamo facilmente il campeggio Slate Piesky, sulle rive di un laghetto artificiale. Il posto è grazioso, l’accoglienza professionale, ma la struttura ha un aspetto fatiscente. Proprio di fronte al campeggio c’è una linea tranviaria che ci conduce dritti al centro di Bratislava.
 E’ quasi l’una e per fortuna troviamo un mercato all’aperto che ha anche molte bancarelle di cibarie.  Ci facciamo tentare da enormi wurstel rossi che trangugiamo con una bella birra locale e per finire un originale dolcetto alla vaniglia che ha la forma di un grosso tubo vuoto arrotolato.
  Il centro di Bratislava è abbastanza concentrato da poter essere visitato in poco tempo.  E’ tutto pedonalizzato e affollato di turisti. La cosa ci ha piuttosto stupiti: non pensavamo che Bratislava avesse questa capacità attrattiva, anche perché le cose da vedere si possono riassumere in questo breve elenco: il Castello, la Cattedrale di St.Martin e la Chiesa Blu, la Porta medioevale di San Michele ed alcune curiose statue bronzee intorno alla piazza principale.
Lunedì 13 Giugno Bratislava/Bojnice km 163
Dal campeggio di Bratislava prendiamo un tratto di autostrada per dirigerci verso Nord.  Il traffico è intenso e così resterà tutto il giorno anche sulle strade secondarie. Il paesaggio, piatto nei primi km, di mano in mano si fa sempre più mosso, con coltivazioni estensive di grano e di mais.
Risalendo in latitudine appaiono le prime corone di colline, le cui cime sono coperte da boschi fitti. Siamo in una zona prettamente agricola. I paesi che attraversiamo sono costituiti da case unifamiliari piccole e quadrate, dai tetti spioventi. Le abitazioni sono ben tenute, con profusione di fiori.  La prima sosta è alla chiesetta di San Michele, risalente al medioevo. La costruzione è veramente modesta, ma la posizione è incantevole, in un piccolo spiazzo erboso sul bordo di una collinetta che domina la valle sottostante.

 A mezzogiorno ci incuriosisce un cartello che dice “Menù a 2,90 Euro”.Ci fermiamo in una dacia di legno dove ci viene servita una gustosa zuppa di legumi e carne e a seguire un altro piattone con altra carne di vitello, tenerissima, e contorno di pasta, scotta. Aggiungiamo due birre grandi e due caffè per arrivare ad un conto totale di 9,50 euro. Divertente!
Comunque abbiamo già notato che qui l’euro non ha causato devastazioni come da noi e i prezzi di molti generi alimentari sono la metà dei nostri. Abbiamo anche potuto osservare che molte strade sono nuove o hanno il manto stradale appena rifatto, grazie ai fondi europei.






Il secondo obiettivo del giorno è il castello di Bojnice, molto scenografico.
Ci inoltriamo nei vari cortili e ambienti e finiamo per imboccare i sotterranei, veri labirinti da paura. Dietro di noi una porta si chiude di colpo e rimaniamo al buio in fondo a un cunicolo….Capisco perché questo castello ospita il Festival Internazionale dei fantasmi.
 Dopo Bojnice prendiamo una strada secondaria che si inoltra in una valle boscosa e facciamo il nostro campo serale nel fitto di una pineta.
Martedì 14 Giugno Bojnice/Lago di Namestovo km 180
Ci svegliamo con un bel sole che penetra tra i rami degli abeti. Il nostro primo obiettivo odierno è Cicmany, un paese che ospita un centinaio di antiche case di legno decorate con piccoli disegni bianchi.
E’ stato il primo paese dichiarato “villaggio storico” dall’Unesco. Siamo favorevolmente impressionati dal fatto che non si tratti di un villaggio finto, perché le casette sono quasi tutte ancora abitate, con giardini e orti ben curati.  Facciamo un giro a piedi per ammirarle e finiamo in un piccolo bar con qualche souvenir. Siamo i soli nel locale e già stiamo pensando che la padrona non se la passi tanto bene....quando arriva il primo pullman di turisti, che si affollano a far man bassa di ricordini.
Proseguiamo per alcuni km per la seconda visita del giorno: il Presepe di Rajecka Lesnà, una enorme scultura in legno piena di personaggi, la maggiore parte dei quali semoventi. Vale la pena di soffermarsi a guardare da vicino ogni sezione dell’opera: oltre al presepio vero e proprio c’è la rappresentazione di tutti i mestieri antichi e del folklore slovacco.

Risalendo verso nord la valle si allarga, si cominciano a vedere commerci ed industrie, specialmente in prossimità della città di Zilina.  Siamo sulla direttrice che porta in Repubblica Ceca ed il traffico di camion è intenso. Noi deviamo verso Est in direzione di Starà Bystrica, la cui attrazione è una originale costruzione in legno che ospita un orologio astronomico.
E’ un’opera recente, come tutti gli altri edifici adiacenti e la bella piazza lastricata. Ci è sembrato il simbolo di un benessere appena conquistato.  Proseguiamo in una valle fittamente abitata, poi imbocchiamo a destra una bella strada nuova (anche qui il cartello dei fondi europei) che scala il fianco di alcune colline e arriva su pianori panoramici. Posto di sport invernali, come si vede dalle strutture turistiche.  Finiamo la giornata in riva al grande lago artificiale di Namestovo, ma si è messo a piovere.
Mercoledì 15 Giugno Namestovo/Demadova Dolina km 168
Prendiamo in direzione Sud per visitare l’antica chiesa in legno di Tvrdosin. Si trova all’ingresso di un cimitero. E’ una bella costruzione con un enorme doppio tetto scuro.
L’esterno severo contrasta con l’interno, riccamente decorato e dipinto.  Notevole l’altare con statue di legno dorate.

Riprendiamo la strada, molto trafficata, per visitare il castello Oravsky, la cui attrazione sta nell’essere stato costruito in cima a un picco isolato che domina la valle.
  La sosta successiva è per vedere una seconda chiesa di legno a Lestiny. Nessun turista qui, anche perché la costruzione è su una collinetta da raggiungere a piedi, ma in zona non c’è nessuna possibilità di parcheggiare la macchina.
 Superiamo la città di Ruzomberok, che trabocca di centri commerciali, ed arriviamo al villaggio di Vlkolinec, altro sito Unesco, situato al fondo di una valletta idilliaca. L’impianto del villaggio è rimasto intatto dal XVII secolo, quando ospitava 300 persone, mentre adesso gli abitanti stanziali sono solo 20.  L’originalità del villaggio sta anche nel fatto che tutte le case sono dipinte con colori vivacissimi, mentre in genere le case in legno sono scure. Il villaggio è in perfetto stato di manutenzione, ma ha un aspetto congelato da museo, piuttosto che da luogo abitato.

 Torniamo a Ruzomberok per dirigerci verso il lago Liptovskà. Il luogo è molto bello e il traffico commerciale lascia spazio a quello turistico.
A Ovest del lago, su una collina panoramica, visitiamo un sito archeologico celtico. C’è un piccolo museo e alcune ricostruzioni di abitazioni, di cui si distinguono gli impianti originali. Il sito è molto vasto e dobbiamo scalare e discendere l’intera collina, impresa ardua per noi con le scarpe da passeggio, perché la pioggia recente ha reso il terreno terribilmente scivoloso.

 Il lago ospita numerose strutture turistiche, che noi schiviamo schifati perché cerchiamo luoghi selvaggi.   Così ci infiliamo in una valletta boscosa, ma ahimè ci troviamo in una zona ancor più turistica, con alberghi e ristoranti dappertutto, con strutture molto eleganti di recente costruzione. Zona di turismo invernale soprattutto, ma affollata anche d’estate per la bellezza dei luoghi. Ci sistemiamo nell’unico campeggio della valle, molto bello e stranamente molto economico e ci piazziamo in perfetta solitudine su uno spiazzo erboso in cima a una collinetta. Meglio di così…..
Giovedì 16 Giugno Demidova dolina/Levoca km 202
Un sole brillante illumina il panorama intorno a noi: boschi e vallate verdi a 360 gradi.
  Il programma principale di oggi prevede di percorrere una strada a semicerchio che abbraccia la cima più alta dei Monti Tatra: il Gerlach. Appena scesi nel fondovalle il massiccio montuoso si presenta perfettamente stagliato sull’orizzonte: sembra una specie di Resegone con la cima più alta al centro.
 La strada che lo circonda si snoda in mezzo a una foresta rigogliosa. Gli unici insediamenti sono quelli turistici, affollati di sportivi che corrono, o marciano con le racchette, o schettinano. L’ambiente è paragonabile alle nostre mete turistiche del Trentino.  Dopo una sosta alla città di Kezmarok (niente di interessante) e alla sua antica chiesa di legno (patrimonio Unesco), tentiamo di percorrere alcune piccole strade che secondo la carta dovrebbero essere delle carrarecce sterrate.  Sono invece malamente asfaltate e ora piene di buche. Ci inoltriamo in una zona abbastanza depressa, la prima che vediamo in Slovacchia, con molte case abbandonate e gli scheletri di antiche industrie di epoca sovietica.  Ma non possiamo completare il percorso previsto perché un cartello di divieto ci impedisce di proseguire.  La Slovacchia non è una nazione dove si possano fare percorsi in fuoristrada. Allora prendiamo una diversa strada secondaria in direzione sud e nel paesino di Vrbov ci fermiamo a pranzare nell’unico ristorante del luogo. Giovanni ordina la carpa, mentre io mi attengo ad un normale salmone. Contorni di patate, crauti e cetrioli. Ultimi obiettivi della giornata sono la cittadella ecclesiastica di Spisska Kapitula e il castello di Spis.
 Per raggiungere quest’ultimo percorriamo una strada che lo aggira da est e così prima del paesino di Zehra ci imbattiamo in una “cittadella” di zingari.  Uno spettacolo di casette fatiscenti, di mucchi di rottami, di spazzatura sparsa dappertutto, di bambini nudi e di uomini raggruppati nel prato. Diciamo che è folklore…   Il castello di Spis sorge su un’altura in mezzo alla valle e per raggiungerlo dal posteggio bisogna arrampicare non poco.
Chiamarlo castello è una parola grossa.  Meglio definirla “fortezza” e aggiungere “diroccata”.  In pratica quello che rimane da vedere è una serie di mura, di bastioni e di resti di torri, il tutto sparso su ben 4 ettari di superficie.  Però quando si sale in cima alla torre più alta il panorama è magnifico.
  C’è anche un piccolo museo con archibugi, spade, armature e una orribile stanza con esposti gli strumenti di tortura medioevali.
  Poiché l’unico campeggio in zona è a Levoca, cioè indietro, dobbiamo percorrere la strada a ritroso e ritorniamo in zona zingari, dove facendo una curva stretta rischiamo di precipitare in una voragine non segnalata. Ed ecco che due zingari ci gridano di fermarci, evitandoci un brutto incidente.  E bravi sti zingari!
Ci sistemiamo in un campeggio tranquillo, a nord di Levoca. Stasera ci divertiamo con un CD di Carosone a tutto volume, tanto non disturbiamo nessuno.
Venerdì 17 Giugno Levoca/confine polacco km 175
Stamattina un caldo improvviso che subito ci sfinisce.  Abbiamo in programma un po’ di chiesette dei Carpazi e una piazza storica.  Imbocchiamo un’autostrada nuova di pacca, inclusa una lunghissima galleria, che ci porta alla città di Presov.  In Slovacchia vige il sistema della vignetta autostradale: 10 euro per 10 giorni e si compra su Internet.  Questa regione presenta paesi meno caratteristici rispetto agli altri che abbiamo visto e c’è anche qualche segnale di povertà o trascuratezza.  Il paesaggio è sempre di dolci colline con coltivazioni agricole estensive e foreste di latifoglie. Prima sosta alla chiesa di Hervartov, che è praticamente tutta tetto.
  Seconda sosta è nella città di Bardejov, che conserva un bel centro storico, il cui gioiello è una grande piazza rettangolare contornata di edifici di stile tedesco.  Il centro della piazza è occupato da una chiesetta.   E’ in preparazione una festa medioevale e già vediamo alcuni figuranti in costume e udiamo prove di musica medioevale.

  Sosta per un caffè: in Slovacchia il caffè corto lo chiamano “espresso” come da noi, e ci sono i marchi Lavazza, Illy e Segafredo.  Acquisti di dolci e di ricordini, e poi spesina al supermercato (le catene principali sono Billa, Coop e  Lidl), sempre con il conto che è la metà di quello italiano.  Notiamo con disappunto che nella sezione dei vini ce ne sono di provenienti da tutto il mondo, ma neanche uno italiano.  Ci facciamo le ultime due chiesette Unesco: Ladomirovà e Bodruzal.  Belle anche all’interno, ma adesso abbiamo fatto il pieno.   Il guardiano dell’ultima chiesa, intuendo che Giovanni è cacciatore (sta sempre vestito da caccia anche quando è in viaggio) insiste per portarci a casa sua e mostrarci la sua collezione di trofei: davvero impressionante.
  L’ultima parte della strada Slovacca prima della Polonia ci rallenta parecchio, perché è tutta a senso unico alternato per i lavori di miglioria stradale.  Eccoci in Polonia senza neanche aver potuto cambiare gli euro.  Sosta in un campeggio davvero spartano, praticamente il prato di un contadino. Accanto a noi un gruppo di mucche che pascolano beate.
Sabato 18 Giugno Confine polacco/Lublin km 266
Domenica 19 Giugno Lublin/Bialowieza km 254
Due giornate di trasferimento verso il Nord della Polonia, senza particolari obiettivi turistici. Sabato: il paesaggio è dapprima collinoso, poi si abbassa fino a diventare pianura. Boschi si alternano a zone coltivate. Le strade statali che percorriamo attraversano un’infinità di piccoli paesi. Vediamo molte casette nuove dai giardini ben curati, così come lo sono anche le numerose rotatorie appena fatte.  L’unica cosa degna di nota è la sosta di mezzogiorno nella cittadina di Dymov, che ha una bella piazza con una fontana a zampilli alternanti. Lì cerchiamo un ristorante e dopo un paio di tentativi andati a vuoto dobbiamo ripiegare sulla “Pizzeria Torino” (?!) che di italiano non ha proprio niente. L’ambiente è di un kitch spaventoso e l’attesa per due pizze è di oltre un’ora. Avevo chiesto due “margherita” e invece arrivano due pizze stracariche di funghi, mais, prosciutto e mozzarella filante. Sapore comunque non male.  Nell’attesa osserviamo gli abitanti della cittadina: le ragazze hanno lineamenti delicati e i capelli biondo chiaro naturale.  Anche i ragazzi sono belli, se non fosse per l’abbigliamento da rapper… con T-shirts e bermuda oversize.  A sera arriviamo ad un laghetto a sud di Lublin. Facciamo una lunga passeggiata lungo le sponde che sono percorribili grazie a un sentiero lastricato. Numerosi sono i pescatori e gli escursionisti che si portano il barbecue per la grigliata serale, per non parlare dei ciclisti, ai quali è dedicata una pista che contorna lo specchio d’acqua. Atmosfera placida, senza schiamazzi e senza rifiuti per terra.
Domenica: giornata calda e soleggiata. Attraversiamo Lublin, limitandoci a leggere sulla guida la travagliata storia di questa città. Il paesaggio è piatto, campi che si alternano a boschi e molti piccoli paesi lungo le strade asfaltate di recente. Seguiamo da vicino la linea di confine con la Bielorussia e dopo Hajnowka la strada penetra nella foresta di Bialowieza.
 Gli alberi appaiono molto vecchi e quelli che costeggiano la strada sono stati in gran parte abbattuti e lasciati al suolo. Immaginiamo che sia per l’incolumità degli automobilisti. Bialowieza è un villaggio prettamente turistico, perché è da qui che si può visitare l’unica foresta primordiale europea, ma soprattutto che si possono vedere i bisonti europei, reintrodotti negli anni ’20. Sosta nel grazioso campeggio del paese, la cui proprietaria si prodiga in spiegazioni turistiche.
Lunedì 20 Giugno Bialowieza/Gizycko km 261
Stamattina presto si è messo a piovere e ci siamo attardati un po’ nella nostra cuccia in attesa che spiovesse. Oggi visitiamo la Riserva dei Bisonti, che in realtà è un parco recintato con un po’ di animali, oltre ad una piccola mandria di bisonti: lupi spelacchiati, una lince annoiata, un paio di alci, grossi cervi con corna imponenti e una vivace mandria di “tarpan” (cavalli simili a quelli selvaggi che popolavano le steppe dell’Est).
 Ma quello che ci è piaciuto di più è stato lo “zubron”, un incrocio tra un bisonte e una mucca, da cui è risultato un animale imponente e con un pelo striato bellissimo.
  Abbiamo fatto un’escursione nel bosco primordiale, che in realtà non è molto attraente perché, non essendo manomesso dall’uomo, ha la presenza non solo di alberi vigorosi, ma anche di quelli vecchi, di quelli morti e di quelli caduti al suolo.  La pioggia notturna ha già fatto spuntare i primi funghi, e siamo solo in giugno.  Non oso immaginare quanti ce ne siano nella stagione autunnale.
Lasciamo la Riserva e ci dirigiamo a nord-ovest attraversando zone di torbiere alternate a foreste di pianura, cioè la tipica “puszcza”. Sostiamo in un ristorante lungo la strada e lottiamo non poco per scegliere il cibo da un menù scritto a mano sulla lavagna: alla fine arrivano due zuppe buonissime e un piatto di ravioloni, i famosi pierogi, ripieni di carne e ahimè anche di crauti che risentiremo per un po’. Per finire un tazzone di caffè che loro chiamano espresso.  Sulla strada per Bialystock passiamo alcuni villaggi dalle bellissime case in legno decorate: si sente l’influsso della Bielorussia da queste parti. Sotto un cielo grigio andiamo a visitare la cittadina di Tykocin, una delle tante località segnate dalle atrocità tedesche. In quest’area le cicogne sono numerosissimi e gli abitanti dei villaggi facilitano la costruzione dei nidi preparando dei trespoli in cima ai pali della luce o sui tetti delle case.  C’è persino una cascina che si è attrezzata, con tanto di biglietto d’ingresso, per mostrare una trentina di nidi.

Passiamo la bella cittadina di Elk dai giardini curati per dirigerci verso la regione dei Laghi, che presenta un panorama mosso e collinoso.
Sosta serale in riva ad un lago. Si scatena un temporale furibondo che durerà per molte ore, con valanghe d’acqua che ci fanno temere di dover sgomberare per metterci in posizione più elevata.
Martedì 21 Giugno Gyzicko/Tolkmicko km 201
Partiamo tardi perché dobbiamo riprenderci da una notte infradiciata. Attraversiamo la città di Gyzicko, la più importante della Regione dei Laghi, dall’aria turistica e con grandi parchi curati. L’unico obiettivo del giorno è la Tana del Lupo (Wolfsschanze), il bunker da cui Hitler diresse le sorti dell’esercito tedesco dal 1941 al 1944. Arriviamo nel folto di una foresta umida fino alla località di Giertoz e siamo sorpresi nel trovare un sito turisticamente molto attrezzato, con tanto d’ingresso e parcheggio a pagamento.  Una marea di macchine e pullman come non abbiamo visto negli altri luoghi turistici polacchi.  Ci sono anche alcuni residuati bellici, dalle moto ai mezzi blindati, su cui si può fare un giro.
  Il sito è vasto, dato che si estendeva su oltre 200 ettari, e molti bunker sono ancora ben distinguibili, benchè i tedeschi in ritirata li abbiano fatti saltare con la dinamite per non lasciarli in mano ai russi. Dall’ambiente in cui si trova si può capire che il complesso doveva essere severo, anzi lugubre, anche quando era in attività. Hitler soggiornò qui per quasi tre anni, ed è strano che la cosa sia poco nota a noi italiani.

E’ in questo luogo che Hitler subì l’attentato, fallito, ad opera del Barone Von Stauffenberg.
Sosta al baracchino per un hamburger con birra locale e ripartenza in direzione nord-est per avvicinarci al mare.  Seguiamo strade secondarie e più ci avviciniamo all’enclave di Kaliningrad, più si evidenzia l’influenza russa. Vediamo paesini piuttosto trascurati e invece dei supermercati c’è un’infilata di botteghini, proprio come in Russia.  Quello che ci ha stupito in Polonia è l’enorme numero di farmacie, che qui sono frequenti quasi come lo sono da noi…. i bar. A proposito di farmacie, avendo dovuto comprare un medicinale che usa Giovanni, abbiamo verificato che una confezione dello stesso farmaco in Polonia costa poco più di 2 euro, mentre da noi costa 12, ma in compenso contiene il doppio di pillole !!!  Poiché arrivare a Danzica stasera era troppo impegnativo, abbiamo puntato alla laguna di Kaliningrad e ci siamo fermati a Tolmicko, nel giardinetto di una intraprendente signora che lo usa come campeggio. Spazio carino e tutto per noi soli.
Mercoledì 22 Giugno Tolmicko/Danzica km 82
Bel tempo stamattina, con una leggera brezza di mare.  Siamo infatti affacciati alla grande laguna di Wislany. Oggi giornata dedicata a Danzica. Molte code per raggiungerla, perché ci sono i lavori per realizzare una grande autostrada.  Il campeggio Stogi che abbiamo scelto come base è a est della città, in una pineta. A poca distanza dall’ingresso c’è il tram n.8 che ci porta dritti al centro. Il centro storico di Danzica è stato scrupolosamente ricostruito, dopo le distruzioni dell’armata rossa nel 1945, sulla base dell’impianto che la città aveva un paio di secoli fa.  Ammiriamo le varie porte, i palazzi monumentali, le grandi chiese di mattoni rossi, le case di stile anseatico, l’antica gru di legno, il mulino vecchio, il mercato coperto.  Insomma non ci facciamo mancare nulla.


 Tutto il centro è pedonale e ci sono letteralmente centinaia di botteghe che vendono gioielli di ambra. Non si può resistere e compro un po’ di orecchini per le mie nipotine. Caffè e ristoranti abbondano e noi facciamo pranzo in uno proprio vicino alla grande gru. Mangiamo bene, a un prezzo accettabile. Verso sera andiamo al mare, che è a poche centinaia di metri dal campeggio, e scopriamo una bella spiaggia di sabbia fine e dorata, attrezzata con negozietti e torrette dei bagnini, nonché di una bella infilata di bidoni della spazzatura, per incoraggiare i bagnanti a non lasciare cartacce in giro.
Quanto sono cambiati i polacchi dal nostri primo viaggio del 1971! Sotto il comunismo erano trascurati e sporchi, soprattutto nei servizi igienici.  Adesso sono lindi e puliti sia personalmente sia nelle città e nelle strade. Per non parlare della differenza nei beni di consumo: non avevano che scaffali vuoti e vodka a buon mercato, adesso il paese pullula di centri commerciali con ogni bendiddio.
Giovedì 23 Giugno Danzica/penisola di Hel km 105
Splendida mattina con cielo terso e leggera brezza di mare.  Ci dirigiamo a Nord e la prima sosta è a Sopot, che ha un centro turistico molto vivace. La cittadina è nota per il molo di legno più lungo d’Europa: s’inoltra nella baia per ben 515 metri.
 Segue la città di Gdynia, sorta per fare concorrenza a Danzica e che è ancora un grosso centro commerciale.  Le tre città: Danzica, Sopot e Gdynia formano un unicum economico, ma territorialmente sono separate da grandi boschi su un territorio collinoso. Siamo sul Baltico e adesso percorriamo una stretta striscia di terra, lunga 32 km e larga appena qualche centinaio di metri, che si protende nel mare. E’ la penisola di Hel. Pensavamo fosse una zona ai margini del turismo invece è tutta, e solamente, un vacancificio. Con orrore vediamo campeggi stipati all’inverosimile.  Arrivati all’ultimo paese, Hel, facciamo una gita alla punta, che è un grande semicerchio di sabbia fine.
 Temperatura calda oltre i 30 gradi, mitigata da una brezza fresca di mare, ci inducono a rimanere a lungo seduti sulla spiaggia. L’acqua del mare è pulita, bassa e con piccole onde, dunque sembrerebbe adatta a fare i bagni, ma è fredda, come intuiamo dalle poche persone che vi nuotano. Troviamo un campeggio dall’aria in disuso, che infatti è l’unico vuoto della zona, e lo troviamo perfetto per noi.
Venerdì 24 Giugno Hel km 0
Mattinata splendida.  Decidiamo di fare una giornata di spiaggia. Fa molto caldo, ma in riva al mare c’è una brezza piacevolissima.  Alla una rientriamo in città per pranzare in un ristorante.  Dalla riva del mare al parcheggio della nostra Land ci sono poco più di 500 metri di passerella lungomare, ma sono sufficienti a ustionarmi collo, spalle e piedi….. Pranzo in un ristorante tipo taverna del pescatore, accolti da un marinaio simpatico che parla un po’ d’inglese.  Pesce abbondante e abbondanti patatine.  Ci sono oltre trenta gradi e ci ristoriamo qualche ora all’ombra di una bella pineta. Poi verso le sei di sera altra puntata a mare, utilizzando dei mini taxi elettrici che fanno la spola dalla spiaggia alla città. Resteremo ancora in questo luogo molto rilassante.


Sabato 25 Giugno Hel km 11
Altra giornata di sole cocente.  Bighelloniamo un po’ per la cittadina, facciamo spesa e alla fine c’infiliamo in un altro ristorante di pesce. Qui ce ne sono un’infinità, perché Hel vive di vacanzieri da spiaggia. Arrivano due piatti di pesce enormi e ottimi; anche il conto è un po’ grosso per gli standard polacchi.  Verso sera arriva un bel temporale a rinfrescare l’aria: neanche ci dispiace.
Domenica 26 Giugno Hel/Darlowo km 229
Giornata nuvolosa, con il ritorno del sole verso sera.  Rifacciamo la penisola, ancor più incasinata di turisti, perché è domenica. Dopo Wladislawowo troviamo una situazione che neanche a Rimini: folle di vacanzieri che affollano le cittadine piene di ricordini, baracchini da fast food, gelaterie, ecc. In un botteghino compriamo una bella anguilla di mare affumicata che si rivelerà una vera leccornìa per il pranzo di mezzogiorno, accompagnata da una birra Zubr, quella del bisonte.
 Proseguiamo cercando di tenere la linea di costa,  cosa impossibile, per cui dobbiamo fare tratti interni alternati a deviazioni a mare. Qui il Baltico è una striscia ininterrotta di sabbia chiara, che forma alte dune che minacciano la foresta retrostante.
 Le più alte sono un’attrazione turistica (Parco Slowinski) ma data la pressione turistica preferiamo schivarle.  Le deviazioni all’interno ci permettono di scoprire un retroterra bucolico, con ampi campi coltivati e pochi villaggi.  Verso sera siamo a Darlowo, città piuttosto grande e anonima, ma anch’essa con vacanzieri da mare. Riusciamo a trovare un'oasi di pace, in riva ad un canale, e lì facciamo la nostra sosta serale.
Lunedì 27 e Martedì 28 Giugno Darlowo/Lazy km 70
Abbiamo deciso di cercare un posto per fare due giorni consecutivi di mare. Proseguiamo perciò verso Ovest: la strada segue una striscia di pineta oltre la quale si distendono spiagge chilometriche di sabbia chiara e incontaminata.  Al fianco della strada c’è sempre una pista ciclabile molto utilizzata. Quando ci sono le cittadine, sono letteralmente invase di vacanzieri, e siamo in giorni feriali.
Com’è ormai un nostro vizio, cerchiamo, cerchiamo fino a trovare un luogo fuori mano, desolato e degradato. Lo troviamo a Lazy: da un lato abbiamo la laguna e dall’altra il Baltico, al di là di un bella pineta che finisce su alte dune di sabbia da scalare e discendere per arrivare a mare. Insomma due bei giorni rilassanti, con un po’ di sole alternato ai temporali.

 Per questo le cittadine di mare sono così piene di attrazioni, baracchini, ristoranti, ecc.: la gente deve pur fare qualche cosa nelle ore di brutto tempo!
Mercoledì 29 Giugno Lazy/Frankfurt o. Oder km363
Oggi ultimo tratto di strada sul mare, prima di volgere la prua a Sud. Si susseguono cittadine di mare con lunghe spiagge già affollate di bagnanti, in prevalenza tedeschi, dato che siamo vicini alla frontiera.
Saluto il Baltico alla maniera polacca e cioè strafogandomi prima con una enorme cialda coperta di panna e frutta, poi con un cono di gelato a tortiglione: due cose di cui pare i polacchi vadano matti.

Giriamo a Sud, in direzione di Stettino. Come al solito le strade sono perfettamente asfaltate e attraversano zone di agricoltura estensiva, con pochi piccoli paesi, qui un po’ più poveri che altrove, come si può dedurre dai tanti vecchietti che sulla strada cercano di vendere miele e finferli.

Facciamo una sosta ad una attrazione naturale che ci risulterà ridicola. Si tratta della “foresta piegata” di Gryfino, che in realtà si risolve in qualche decina di pini tutti arcuati alla base, probabilmente opera di falegnami che decenni fa intendevano farne un uso particolare e vi hanno rinunciato.
 Ormai siamo sulla via del ritorno e spingiamo per macinare km.  A sera, all’altezza di Francoforte sull’Oder passiamo in Germania e ci fermiamo alla prima area di servizio, che sembra tranquilla.
Giovedì 30 Giugno Frankfurt Oder/Innsbruck km 820
Le solite autostrade tedesche cariche di veicoli e con lavori in corso. Passiamo per Dresda e Monaco di Baviera.
Venerdì 1 Luglio Innsbruck/casa km 450
Innsbruck, Brennero, Verona e casa.

1 commento:

  1. Nota di Erina: questo diario non contiene dettagli sulle attrazioni turistiche della Polonia, dato che esistono innumerevoli guide, prima tra tutte la Lonely Planet. Per quanto riguarda la Slovacchia, ho riassunto le cose da vedere in un apposito post.

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