24 ago 2025

LA SPAGNA CHE NON TI ASPETTI

Montagne, foreste, scogliere battute dalle onde dell'oceano, spiagge ventose e solitarie, gente di origine celtica. Siamo in Scozia?  No, è la GALIZIA !

Per sfuggire alla calura della pianura padana, quest'anno abbiamo deciso di andare nella regione più fresca della Spagna, la Galizia, appunto. Certo, c'è una tara di 1.800 km da affrontare per raggiungerla in macchina da Milano, ma ne è valsa sicuramente la pena.

Il viaggio si è svolto in luglio, è durato tre settimane ed in totale abbiamo macinato circa 5.200 km.

il percorso in Spagna

IL DIARIO DI ERINA

Sabato 12 luglio - da Rozzano a Nimes - km 633
Abbiamo deciso di evitare il traffico della Liguria e della Costa Azzurra, perciò prendiamo per Torino, la Val di Susa e il Monginevro, dove ci fermiamo per pranzo godendoci il fresco del valico: 1.860 m s.l.m. Seguiamo il corso del fiume Durance, ma la strada statale è lenta e tortuosa, per cui a Sisteron ci infiliamo sull'autostrada  che ci porta in Provenza e poi in Camargue. Superata Nimes, ne abbiamo abbastanza e ci fermiamo in un'area di servizio (Ambrussum Nord).
Nota 1. Le aree di sosta francesi sono le più belle d'Europa: ampi spazi con prati, boschetti ombrosi e tavolini da pic-nic
Nota 2. Sul confusionario sistema di riscossione dei pedaggi autostradali francesi c'è da scrivere un pamphlet di denuncia!
Area di servizio Ambrussum Nord
Domenica 13 luglio - da Nimes a Zarautz - km 666
Stanotte si è scatenato un grosso temporale; avevamo uno sportellino aperto e qualcosa è andato a mollo. Compriamo croissant e baguette: nessuno riesce a farli fragranti come i francesi. Giornata noiosa di autostrade, che per fortuna sono poco affollate, anche perché carissime. La temperatura è accettabile, specialmente quando il percorso si avvicina ai Pirenei francesi. Ci lasciamo alle spalle luoghi già visitati: Carcassonne, Toulouse, Lourdes e approdiamo a Biarritz. Da lì pochi km e entriamo in Spagna. No, mi correggo, entriamo in Euskadi (così i baschi chiamano la loro regione). Ed ecco subito le case di pietra col tetto spiovente e i cartelli bilingue. La lingua basca è totalmente incomprensibile, con parole piene di "X" e di "K".  Siamo ancora pimpanti perciò proseguiamo oltre San Sebastian e finiamo la giornata in un confortevole grande campeggio (Gran Camping Zarautz). Ma è pieno zeppo; speriamo non sia così anche in Galizia.
la lingua basca non ha nessuna parentela con lo spagnolo, né con le altre lingue moderne europee
Lunedì 14 luglio - da Zarautz a Cudillero - km 427
Notte travagliata per Giovanni, che ha dovuto fare i conti col suo reflusso gastrico. Dovremo moderarci con cibo e vino, purtroppo. 
Bilbao e Santander già le conosciamo, perciò le oltrepassiamo con l'autostrada, che comunque offre begli scorci a mare. Siamo ora nella piccola regione di Cantabria.  Giunti a Cabezòn de la Sal deviamo per Comillas dove c'è El Capricho, opera prima di Gaudì. La casa si trova al centro del paesino, affollato di turisti all'inverosimile.   
Riprendiamo il viaggio ed entriamo in un'altra piccola regione: le Asturie. La strada ora costeggia il mare e avvistiamo numerose belle spiagge di sabbia, tutte libere, cioè senza strutture fisse come usa da noi, e poco affollate. 
A sera andiamo a vedere il paese di Cudillero, che ha un bel faro, e ci troviamo ad affrontare un problema di viabilità che ci affliggerà anche a venire: i villaggi a mare sono antichi, spesso arroccati, e hanno stradine tortuose, dove al pelo passano le macchine normali. Giovanni ha dovuto sudare freddo per non strisciare contro i muri. Usciti a fatica dai caruggi, troviamo per fortuna un bel campeggio curato e pulito dove rilassarci (camping L'Amuravela).
Con lo spagnolo mi sto divertendo moltissimo: è una lingua allegra e scoppiettante. Tutte le sere ascoltiamo le radio locali e ci piace il ritmo accelerato delle frasi, per non parlare delle "erre" doppie a inizio parola. Le radio trasmettono ancora molte canzoni popolari, la qual cosa è gradita a noi viaggiatori che cerchiamo sempre il folklore.
assaggiamo sempre le specialità locali

El Capricho de Gaudì
Martedì 15 luglio - da Cudillero alla punta Piñeira - km 104
Oggi il tempo è perfetto: sole limpido ma aria fresca. Facciamo appena pochi km quando scorgiamo una bella spiaggia deserta, raggiungibile direttamente con il nostro fuoristrada. E' tutta nostra e lì restiamo a prendere il sole fino al primo pomeriggio, quando un gruppetto di boy-scouts viene ad interrompere la nostra solitudine. Percorriamo un'ottantina di km e finalmente, all'altezza della cittadina di Ribadeo, entriamo in GALIZIA. 
(una breve descrizione della regione più nordica della Spagna sta in calce al mio diario)
la Galizia confina a Sud col Portogallo, a Est con le Asturie e Castilla y Leon, a Nord col Mar Cantabrico e a Ovest con l'Oceano Atlantico
Ce ne accorgiamo subito perché i cartelli stradali diventano bilingue.  Il gallego assomiglia molto al portoghese: per noi italiani è facile capire lo scritto, molto meno il parlato. Non esiste la "jota" spagnola, sostituita da una "x", che però si pronuncia come una "sc" dolce (es: scelta).
La prima cosa che notiamo con piacere è un dedalo di sentieri sterrati che conducono a bordo mare, alcuni dei quali percorribili solo col fuoristrada. Non ci sono spiagge qui, ma basse scogliere panoramiche. Troviamo una sistemazione ideale per noi: un praticello affacciato sull'Oceano. Sistemiamo le nostre poltroncine per goderci il tramonto. Ho visto molti tramonti in vita mia, ma stasera ho provato un'emozione straordinaria nell'osservare il disco solare immergersi pian piano nell'acqua. Dev'essere la vecchiaia.
punta Piñeira

ci siamo seduti a guardare le onde

fin quando il sole si è tuffato nell'oceano
Mercoledì 16 luglio - da punta Piñeira al faro di Punta Frouxeira - km 193
A seguire la linea di costa ci abbiamo preso gusto, ed anche questa sarà una giornata ad andamento lento. Facciamo pochi km sulla strada principale, che si snoda tra ampi boschi, prevalentemente di eucalipti. La vegetazione della Galizia è rigogliosa. I paesi hanno bei giardini fioriti, soprattutto di ortensie: non ho mai visto cespugli tanto enormi. 
Superiamo la città di Foz e al paese di Burela facciamo sosta al supermercato. Ci stupiscono due cose: i numerosi prosciutti che si vendono interi e la varietà di pesci al banco del fresco.  
Avvistiamo numerose belle spiagge, tutte libere, ma raggiungibili solo a piedi. Le lasciamo alle gambe dei giovani e noi ci mettiamo per pranzo su una scogliera, in prossimità di un bel faro. 
Proseguiamo tra mare e monti, questi ultimi sempre ricoperti da fitte foreste, il cui sottobosco è costituito da un tappeto di felci, segno che qui l'umidità non manca mai. 
In prossimità di Ortigueira il mare forma una laguna che con la bassa marea diventa un'enorme spiaggia di sabbia chiara. Andiamo alla cittadina balneare di Valdovino, ma i campeggi sono zeppi e c'è una pressione turistica eccessiva. Per fortuna il nostro fuoristrada ci permette di inoltrarci in cima a una penisoletta. Sarà una notte al ritmo delle onde.
le case hanno giardini fioriti

le ortensie qui sono gigantesche

tutti i supermercati hanno un reparto per i prosciutti interi

le acque fredde dell'oceano sono una risorsa primaria della Galizia

Galmesan????? (comunque era buono)

immensi sabbioni in prossimità di Ortigueira

sosta sotto il faro
stasera l'unico rumore sarà quello delle onde
Giovedì 17 luglio - da Punta Frouxeira a Branas Verdes - km 209
Ci svegliamo avvolti nella nebbia: eh, c'era da aspettarselo, altrimenti non si spiegherebbe il manto di vegetazione di un verde intenso, quasi irlandese, che ricopra la Galizia. Per fortuna la nebbia si dissolve in poche ore, permettendoci di visitare in bellezza la città di A Coruña, molto elegante e ordinata. La maggiore attrazione si trova sul lungomare: la Torre de Hèrcules. Trattasi di un faro costruito dai Romani nel II° secolo d.C. (probabilmente sotto Traiano) e tuttora in attività. E' patrimonio Unesco ed è considerato il faro in funzione più antico al mondo.
Adesso entriamo nella parte più attraente del nostro viaggio: A COSTA DA MORTE. 
Esposta ai venti oceanici e costellata da innumerevoli scogli affioranti, questa costa della Galizia deve il suo nome sinistro agli innumerevoli naufragi che si sono verificati nel corso dei secoli. Per noi turisti che la percorriamo dai bordi delle scogliere non c'è proprio niente di temibile, anzi c'è il godimento di panorami eccezionali in un susseguirsi di anfratti, spiaggette, villaggi marinari e fari a profusione. 
Da Malpica a Finisterre sono 200 km di curve e controcurve, discese e salite. Ogni tornante meriterebbe una sosta fotografica. La prima sosta la facciamo al Cabo San Adriàn, per goderci la vista del Faro di Sisargas, piazzato su un'isoletta a forma di panettone. 
Poi andiamo al porticciolo di Corme, perché ho letto che solo in questa zona si raccoglie una specialità gastronomica eccezionale: i percebes, che sono dei crostacei cirripedi dal sapore intenso. Una pescheria del luogo me ne mostra un mazzetto, invitandomi a comprarli. Ma sono orribili: un cilindretto scuro dal quale fuoriesce una lingua arancione munita di artigli. Rifiuto, anche perché non saprei come cucinarli in macchina. (Adesso sono pentita di non averli assaggiati). 
Per il campo serale abbiamo deciso di andare in altura, seguendo uno degli innumerevoli sentieri dei pellegrini. Panorama assicurato anche stavolta.
la Torre di Hercules

la Costa da Morte: 200 km di scogliere da Malpica a Finisterre


i percebes sono i crostacei più cari al mondo

di fari ce ne abbiamo?

le coste galiziane sono presidiate da 44 fari

dormire fronte mare è corroborante
Venerdì 18 luglio - dal sentiero di Branas Verdes a Cabo Turinan - km 99
Secondo giorno di Costa da Morte. Scendendo a mare passiamo accanto al Cemiterio dos Ingleses.
Ci troviamo a Punta Boi, "la punta assassina", causa di innumerevoli naufragi. Quello che destò maggiore emozione fu l'affondamento del Serpent, una nave-scuola inglese diretta in Africa. Il 10 novembre 1890, a causa di una tempesta, la nave s'infranse sugli scogli. 172 giovani marinai persero la vita e furono sepolti qui. 
La tappa successiva prevede la visita del Santuario da Virxe da Barca. La tradizione vuole che mentre l'apostolo Giacomo predicava in queste terre tra tribolazioni e sofferenze, venne confortato dalla visione della vergine Maria che veniva dal mare su una barca di pietra sostenuta dagli angeli. 
Il santuario è preceduto dalla cittadina di Muxia, tra le cui viuzze, come al solito, rischiamo di incastrarci. Non resta che lasciare l'auto al porto e visitarla a piedi. La vita qui sembra svolgersi con calma, senza frenesia. I galleghi finora mi sono sembrati rilassati e cortesi. 
Ora puntiamo dritti (si fa per dire) al famoso Capo Finisterre, dove secondo i romani finiva il mondo conosciuto. Questa è la tappa finale del Cammino di Santiago e ovviamente vediamo una folla di pellegrini, molti dei quali esibiscono i simboli tradizionali: bastone con la zucca in cima e conchiglia al collo. Oggi il cielo è coperto e minaccia pioggia, per questo c'è calma di vento, cosa straordinaria per questo luogo solitamente spazzato da venti furiosi. 
A poca distanza dal Capo c'è il paese di Fisterre, dove troviamo una ben rifornita pescheria e compriamo due grossi pesci: stasera grigliata! Per farla in santa pace torniamo indietro di una trentina di km per piazzarci in cima al promontorio di Cabo Touriñàn.
la punta assassina

qui è meglio non navigare

c'è sempre vento teso sulle scogliere

il faro di Cabo Finisterre

Capo Finisterre rappresenta l'ultima tappa del cammino di Santiago
 Sabato 19 luglio - da Capo Turiñan a Santiago de Compostela.- km 178
Ieri abbiamo aggirato il Capo di Finisterre, dunque non c'è più terra ad ovest; adesso il nostro percorso sarà tutto a sud, seguendo le Rìas Baixas, (rìas non significa fiumi, bensì fiordi). Qui la costa è estremamente frastagliata, con lunghi tratti di scogliere che si protendono nel mare e vasti arenili in corrispondenza delle insenature.  
Ci accorgiamo subito che quest'area della Galizia è molto più abitata del nord. Passiamo le cittadine di Carnota, che vanta lo hòrreo* più lungo della Galizia, e di Muros, entrambe molto affollate di vacanzieri. Le spiagge sono numerose; particolarmente bella quella di Linteiros, dove sostiamo per una piacevole pausa pranzo e un...pisolino. 
L'obiettivo di oggi è Santiago de Compostela, che raggiungiamo verso sera con un tratto di autostrada. Ci sistemiamo in un'area camper (Los Olmos Park) gestita da due simpaticissimi galleghi che si prodigano in consigli per la visita, l'indomani, della città. Ancor più risultano utili nell'indicarci l'indirizzo di un meccanico di fiducia:  necessitiamo di cambiare le pastiglie dei freni posteriori, completamente consumate dai numerosi percorsi fuoristrada fatti finora.
*Gli hòrreos sono dei granai in pietra, o legno, o mattoni, costruiti su colonne che presentano uno sbalzo a forma di disco:  è un espediente ingegnoso per impedire ai roditori di accedervi. Questo tipo di granaio esiste unicamente in Galizia e quasi ogni casa di paese ne è dotata.
horreos, i granai galiziani

una bella spiaggia
e ancora un'altra

Los Olmos Park, la migliore area camper di Santiago
Domenica 20 luglio - Santiago de Compostela - km 0
Ha piovuto stanotte e il cielo è ancora bigio. Ce la prendiamo comoda come fanno gli spagnoli, che non si muovono prima delle nove del mattino.* Alle 11 prendiamo un bus che in 20 minuti ci porta a Plaza de Galicia, in pieno centro. Una breve passeggiata sotto i portici ed eccoci alla cattedrale. Oggi c'è aperta solo la Porta Santa, sul lato destro dell'edificio: la fila di pellegrini in attesa di entrare è chilometrica ! Desistiamo, dal momento che questa è la seconda volta che visito Santiago di Compostela e conosco già l'interno della chiesa.  
Ci intratteniamo invece con un gruppo di signore in costume tradizionale che ci illustrano i dettagli dei loro abiti. Ricami floreali, perline, arricciature a nido d'ape: un lavoro impressionante. 
Pranziamo in un ristorante del centro e...toh, nel menù c'è il polpo! Non c'è ristorante galiziano che non lo proponga, nè supermercato che non lo venda fresco o surgelato. Ma quanto milioni di poveri polpi vengono catturati per supportare una tale offerta?
In Spagna gli orari non sono allineati al fuso orario della  sua collocazione geografica .  Al tempo di Franco si decise di tenere la stessa ora di Roma e Berlino per ragioni politiche, nonostante la Spagna fosse molto più a Ovest. Questa anomalia stranamente non è mai stata corretta e vige tuttora. Ecco perché gli spagnoli pranzano alle due del pomeriggio e fanno cena alle dieci di sera.

la cattedrale di Santiago de Compostela

gruppo folcloristico

costumi della Galizia

la Galizia ha una ragnatela di sentieri segnalati con il simbolo del "Cammino di Santiago"
Lunedì 21 luglio - da Santiago all'isola di Arousa - km 93
Andiamo dal meccanico First Stop che ci era stato suggerito da Miguel, il gestore dell'area camper. La riparazione dei freni avviene velocemente e alla modica cifra di 15 Euro (rimaniamo basiti dalla differenza di prezzo con i meccanici italiani). 
Mentre il meccanico lavora facciamo un giro al supermercato Mercadona, che secondo me è la miglior catena spagnola. Grande varietà di  prodotti, presentazione ordinata, pulizia impeccabile.  In genere i prezzi degli alimentari in Galizia sono del 15 o 20% inferiori ai nostri. Scopriamo che in Galizia si mettono in scatola anche i molluschi (oltre al solito polpo).
Riprendiamo la strada in direzione sud. I paesi si susseguono lungo la costa quasi senza soluzione di continuità, la qual cosa non ci aggrada molto. Decidiamo di andare a visitare un'isola che è congiunta alla terraferma da un ponte: la Illa de Arousa. Sebbene anch'essa sia piuttosto abitata, scopriamo che le sue coste sono un susseguirsi di calette sabbiose difese da una bella cintura di pini marini.  Qui il mare è stranamente calmo, come una piscina. Ci sono pure i chiringuitos sulla spiaggia con panini, gelati e caffè. Ci piazziamo qui fino all'indomani.

molluschi in scatola

la piccola Illa de Arousa è coronata di spiagge

finalmente un bel mare calmo

i simpatici chiringuitos sulle spiagge
Martedì 22 luglio - da Illa de Arousa a un sentiero nei boschi - km 100
Dopo la bella giornata di ieri, stamattina ci ritroviamo con un po' di pioggia. 
Prosegue il nostro itinerario  lungo i tortuosi fiordi delle Rias Baixas. Guardandoli sulla carta, immaginavo si trattasse di un'area aspra, desolata e poco abitata. Tutto al contrario, questa è la parte più attiva e industriosa della Galizia. Solo qui vediamo fabbriche, officine, condomini, traffico di mezzi pesanti. C'è però da dire che anche le cittadine più brutte hanno la loro spiaggetta comunale sempre pulita. Le insenature di mare più calme sono state colonizzate con una miriade di allevamenti ittici. Attraversiamo la moderna città di Vigo. Ho osservato che al centro delle grandi città gli edifici hanno una caratteristica in comune: facciate completamente coperte da vetrate a piccoli riquadri, come una specie di conservatory: un'estetica molto elegante. 
Arriviamo a Baiona*, una cittadina turistica curata ed elegante, su cui domina l'imponente fortezza di Monterreal. Il porto turistico è affollato all'inverosimile di imbarcazioni a vela e a motore. Mai viste così tante. 
Siamo arrivati quasi in fondo alla Galizia: sotto di noi c'è il Portogallo. In questa zona c'è una miriade di sentieri per i pellegrini che fanno il Cammino da sud. Lasciamo il mare e ci infiliamo in uno di questi: stasera dormiremo in una radura del bosco.
* una curiosità che riguarda Baiona: il 1° marzo del 1493 approdò nel porto di Baiona la caravella Pinta, una delle navi della spedizione di Cristoforo Colombo. Dunque furono gli abitanti di Baiona i primi europei a venire  a conoscenza dell'esistenza del nuovo mondo. Colombo arrivò con la Nina quindici giorni dopo, approdando a Palos.
le belle facciate dei palazzi di città

il porto di Baiona è così affollato che non si vede il mare


seguiamo le mulattiere

una salita impegnativa

le felci abbondano in Galizia

tramonto sull'altopiano con vista mare
Mercoledì 23 luglio - dal bosco al camping O Muiño - km 112
La strada interna n.2002 che stiamo seguendo stamattina attraversa uno spettacolare altopiano che alterna fitte boscaglie e grandi radure erbose. Ogni tipo di animali pascola qui liberamente: cavalli, mucche, pecore e capre. Alla bellezza del luogo si aggiungono spettacolari viste sull'oceano e sulle isole Cies. 
Dopo l'altopiano la strada si incunea in una valle boscosa con alcuni villaggi di  contadini e arriva sul fiume Mino: di là c'è il Portogallo. Ma noi giriamo a destra e risaliamo a nord utilizzando i sentieri dei pellegrini che seguono la linea di costa. Troviamo un posto idilliaco per la nostra sosta pranzo, su uno spiazzetto erboso fronte mare che un gentile contadino del luogo ha attrezzato per i viandanti, con tanto di tavolino di pietra. 
Continuando la nostra risalita le possibilità di pernottare liberamente ci sembrano poche, così optiamo per un campeggio. Quello che troviamo si chiama O Muiño, e infatti c'è un mulino a vento. Il campeggio è molto bello, con piscina, ristorante e market. Ha accesso diretto alla scogliera e ad una piccola spiaggia sabbiosa.  Bagni impeccabili, come del resto abbiamo trovato in qualsiasi luogo della Galizia. Complimenti ai civilissimi gallegos.
abbiamo percorso molte strade sterrate panoramiche

cavalli liberi sull'altopiano
bellissime viste sulla baia.......peccato per la foschia
pic-nic a bordo mare
la spiaggetta privata del campeggio O Muino
relax
Giovedì 24 luglio - dal camping O Muiño al belvedere sul Canon del Sil - km 177
Giornata splendida, con aria fresca e cielo terso. Il mare è di un blu intenso, ma noi gli volgiamo le spalle e puntiamo ad est, perché vogliamo andare a vedere la Ribeira Sacra.
A casa, studiando l'itinerario sulla carta geografica, avevo notato una grande spaccatura a forma di "C", ad est di Ourense e sono andata a vedere di che si trattava: è la regione chiamata Ribeira Sacra. Ci sono tre buoni motivi per visitarla: i monasteri, l'impressionante canyon del fiume Sil e il vino.  La regione ospita la confluenza di due fiumi: il Mino e il Sil, che nel corso dei millenni hanno scavato profondi solchi. Il Sil, in particolare, ha creato un canyon che in alcuni punti arriva a 500 metri di strapiombo. I versanti sovrastanti la forra sono coperti di boschi, in prevalenza castagni. La particolarità del luogo ha attirato, in epoca medioevale, molti monaci che hanno fondato una ventina di monasteri. Qualcuno è ancora operativo, altri sono stati trasformati in parador. Ma la regione è famosa soprattutto per la coltivazione dei vigneti. La tradizione vitivinicola risale al tempo dei Romani e ancora oggi i vini della Ribeira Sacra sono tra i più apprezzati in Spagna. Alcune vigne sono state piantate sui versanti del canyon esposti al sole, grazie a terrazzamenti quasi verticali. Non possono che essere curati a mano e vi si accede in barca, dal fiume. Non stupisce che le bottiglie provenienti da queste particolari vigne vengano vendute a partire dai 100 Euro in su.
Per arrivare nella zona del Canòn do Sil dobbiamo fare un lungo tratto di strada, superare la città di Ourense e inoltrarci in una serie di stradine che attraversano parecchi villaggi montani. 
Il nostro navigatore deve averci scambiato per una bicicletta, perché ci fa finire in un sentiero contornato di muretti a secco largo esattamente come la nostra macchina.  Siamo parecchio sfiniti ma per fortuna a sera troviamo il luogo ideale per fare campo: uno spiazzo con vista sul canyon.  E' un posto costellato di roccioni stranissimi, tra cui spicca una specie di clava di granito alta una decina di metri.

il canyon si vede anche sulla carta geografica

la "pedra longa" a strapiombo sul Canòn do Sil

Belvedere sul Canòn do Sil
Venerdì 25 luglio - dal Canòn do Sil alla miniera abbandonata   - km 258
Abbiamo avuto freddo stanotte: non ci saranno stati più di 10 gradi. La Galizia è il paradiso per chi soffre il cado estivo. Sul mare c'è sempre vento e l'interno è montagnoso, perciò è facile pernottare intorno ai 1.500 metri.
Stamattina abbiamo deciso di vedere il canyon dall'acqua. Perciò scendiamo con ripidi tornanti fino al fiume e arriviamo all'Embarcadorio de Santo Esteven e ci imbarchiamo su un catamarano che solca le acque del Sil per un'ora e mezza. La gita ci permette di ammirare spettacolari rocce, a ciascuna delle quali i locali hanno dato un nome, e di stupirci alla vista delle gradinate verticali su cui si coltiva la vite.
Nel pomeriggio lasciamo la Galizia e entriamo nella regione di Castilla y Leon. Cerchiamo di evitare l'afosa pianura e prendiamo strade montane fino alla cittadina di Villablino. Ci sono due campeggi, però entrambi ci rifiutano: fully booked. Strano, perché il luogo è bruttarello.  A nord comincia la Reserva de la Biosfera Valle de Laciana. Andiamo a vederla e scopriamo che si tratta di un'area di miniere a cielo aperto, sfruttate sin dai tempi degli antichi romani e attualmente dismesse.  Il luogo è selvaggio e ci fermiamo: l'altimetro segna 1.590 metri. 
gita  a bordo del catamarano

nel Canòn del Sil

le pareti verticali del canyon



l'ultimo pernottamento "into the wild"
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Il nostro viaggio è proseguito per altri cinque giorni, visitando Pamplona, superando i Pirenei, seguendo la costa francese e quella ligure. Non sto a dettagliare perché questo diario è dedicato ala Galizia.
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Breve descrizione della Galizia
La Galizia è una regione autonoma posta all'estremità nord-occidentale della Spagna. Il suo nome deriva dai popoli originari del luogo, che i Romani chiamavano Gallaeci, di stirpe celtica.
La posizione geografica e il territorio impervio hanno contribuito a conservare una identità culturale differente dal resto della Spagna. L'uso della cornamusa e le danze ricordano la Scozia, mentre i costumi tradizionali delle donne assomigliano molto a quelli della Bretagna francese. Del resto, anche l'aspetto delle coste ed il clima assomigliano alle aree nord-occidentali di Francia Irlanda e Regno Unito.
La Galizia ha due lingue ufficiali: lo spagnolo e il gallego. Quest'ultimo è una delle tante varianti del latino volgare, formatesi nell'alto medioevo.  Assomiglia molto al portoghese ed è ancora correntemente parlato da circa tre milioni di persone, compresi i molti emigrati in sudamerica.
La Galizia tende a distinguersi dal resto della Spagna anche in cucina, con la netta predominanza di molluschi, di pesce in generale e del polpo in particolare, che sembra l'emblema stesso della regione.

noi e la nostra casa mobile















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